La struttura dei mulini

Un “mulino ad acqua” è un impianto destinato ad utilizzare l’energia meccanica prodotta dalla corrente di un corso d’acqua, condotta alla ruota del mulino tramite opportuna canalizzazione. Nelle regioni costiere anche i movimenti di marea sono stati sfruttati per il funzionamento dei mulini ad acqua. Il principio è lo stesso: captare l’acqua, conservarla per amministrarla, indirizzarla. I mulini ricevono l’acqua tramite un canale di derivazione che consente un controllo più agevole del flusso. I mulini ad acqua possono essere suddivisi in due tipi: uno con una ruota idraulica orizzontale, detto “Ritrecine”, che muove un asse verticale e l’altro con una ruota verticale su un asse orizzontale. I più antichi sono i mulini orizzontali, in cui la forza dell’acqua, colpendo una ruota posta in linea con il flusso della corrente, faceva ruotare la pietra della macina collegata sull’asse di rotazione. Il problema col “Ritrecine” nasce dall’impossibilità di regolare la velocità di rotazione delle macine che dipende direttamente dalla velocità e diversa disponibilità nei periodi dell’anno del flusso d’acqua. Nell’altro caso, in cui la ruota idraulica è posta verticalmente, con l’asse di rotazione orizzontale, il mulino è posto a filo d’acqua e il flusso della corrente, passando sotto la ruota, provoca la rotazione della macina, trasmettendole parte della sua energia cinetica. Nel caso in cui l’acqua giunga alla ruota dalla parte superiore, la caduta dell’acqua verso il basso, dovuta alla forza di gravità, provoca la rotazione della macina, in seguito al passaggio dell’acqua attraverso le pale; l’uso successivo di ruote a camere sagomate permetterà, infine, prestazioni superiori.

Stefano

Tipologia delle gore (canali artificiali per l’alimentazione dei mulini. (Immagine di M.N.)
Schema di Pala in legno con macina in pietra (immagine di P.D.)